I.I.S. Boscardin, Vicenza. Febbraio – Marzo 2020. Autodifesa digitale.
Ciclo di cinque incontri di due ore ciascuno sull’autodifesa digitale con le classi terze dell’istituto, per un totale di 50 ore di insegnamento. Al percorso con i ragazzi e le ragazze sono stati affiancati due incontri di tre ore con i docenti.
Al centro della riflessione è stata posta la relazione con i dispositivi digitali – in particolare con lo smartphone – concependoli come dei veri e propri soggetti di relazione. Il presupposto è che i dispositivi come gli smartphone sviluppano per design un rapporto affettivo con noi. Ci chiedono cioè di focalizzare continuamente la nostra attenzione su di loro, quasi di entrare in simbiosi. Per questa ragione è bene, quando se ne fa una decostruzione critica, descriverli come soggetti e non come semplici oggetti. La loro complessità va al di là del semplice strumento.
Per questo abbiamo analizzato gli ambienti digitali (specie quelli commerciali), al fine di favorire un’esperienza in autonomia e la libertà di sperimentare e comunicare con e nei media contemporanei. Abbiamo cercato di riequilibrare la relazione con i dispositivi conoscendo meglio il loro funzionamento, immaginandoceli appunto come delle persone in carne ed ossa. Uscendo dai meccanismi di delega totale alla macchina.
Durante il corso abbiamo risposto collettivamente a domande come che tipo di rapporti instauriamo con le macchine? E come vengono indirizzate le nostre esperienze online? Come “si comportano” con noi le interfacce delle piattaforme commerciali? e tante altre ancora. Abbiamo parlato di gamification e delega cognitiva, cercando di comprendere assieme i meccanismi di delega agli strumenti tecnologici, dalla memoria ai bisogni relazionali.