Capitalismo delle piattaforme, uno sguardo femminista.
Sherwood Festival Martedi 24 Giugno h 19.30, una cerchia di discussione con Gruppo Ippolita e Chayn
Tecnologie digitali, potere e resistenza nell’era dell’intelligenza artificiale
“Quanti abitanti ha Milano? Mi riassumi questo testo? Che titolo dare alla mia tesi? Dovrei farmi la frangetta?”
Sono solo alcune delle domande che milioni di persone rivolgono ogni giorno a ChatGPT, il più utilizzato sistema di intelligenza artificiale accessibile al largo pubblico. Adolescenti e adulti soddisfano la loro fame di contenuti passando ore su piattaforme come X, TikTok e Instagram. Nel frattempo, droni guidati dall’intelligenza artificiale distruggono Gaza, algoritmi carichi di pregiudizi razzisti operano sistemi di riconoscimento facciale che rafforzano la profilazione razziale, mentre loschi influencer con milioni di follower affermano l’inferiorità delle donne e istigano alla violenza di genere nella cosiddetta “manosphere”, recentemente raccontata dalla serie Adolescence. E nel frattempo Zuckerberg si arricchisce come mai prima d’ora.
Stiamo assistendo a una trasformazione profonda dei rapporti sociali, in cui l’infrastruttura digitale ha assunto un ruolo centrale nel dare forma alla nostra vita di tutti i giorni. Piattaforme e tecnologie come l’intelligenza artificiale non sono solo scatole vuote per i contenuti che creiamo, ma influenzano le narrative di cui ci nutriamo e modificano la stessa sfera pubblica. L’idea di Stato tradizionale viene superata da un modello di governance che si basa sulle logiche delle piattaforme private: pensiamo al sodalizio Trump-Musk. I processi normativi arrancano, inseguendo gli sviluppi troppo veloci della sfera digitale, e così gli stessi processi di movimento. Come mettere in luce i tanti lati oscuri di piattaforme e intelligenza artificiale, gettando uno sguardo da una prospettiva femminista? Come possiamo, dare corpo ad un’immaginazione dissidente contro e dentro le piattaforme? Quali strumenti possiamo utilizzare per disertare il capitalismo del controllo? Come possiamo costruire la nostra autodifesa digitale, capace di immaginare un’alternativa che colga il potenziale di queste tecnologie senza rimanerne schiacciata?
Ne parliamo con Hanay Raja, attivista del collettivo Ippolita, gruppo di ricerca indipendente che si occupa di culture digitali, scrittura collettiva, formazione, editoria, reality hacking, attivismo, tecno-politica, e con Claudia Fratangeli, attivista di Chayn, piattaforma che utilizza tecnologie open source per fornire alle donne che ne hanno bisogno strumenti, informazioni e supporto contro la violenza di genere.
[Immagine di copertina: Bahi JD]