Il seminario si svolgerà a Roma, via della Dogana vecchia 5

Giovedì 4 maggio dalle ore 16 alle ore 20
Venerdì 5 maggio dalle ore 16 alle ore 20

MAGGIORI INFO

Teorie e pratiche di autodifesa digitale

La Scuola critica del digitale è un progetto del CRS che ha come obiettivo lo sviluppo di una consapevolezza critica delle trasformazioni che le tecnologie digitali stanno producendo nei più diversi ambiti: nel lavoro, nella scuola, nelle relazioni sociali, nella politica, nella pubblica amministrazione, nella cultura.

Le attività formative riguarderanno nuclei tematici di significativa attualità che non solo si prestano a essere oggetto di comprensione critica, ma offrono anche la possibilità di costruire competenza operativa su pratiche di opposizione e/o di utilizzo alternativo.

Il progetto formativo non si rivolge alla ristretta cerchia degli addetti ai lavori ma a tutti coloro che si confrontano attivamente con le trasformazioni profonde dei contenuti e dei modi del loro lavoro, che superano sempre più spesso i confini fisici dei luoghi e dei tempi tradizionali per investire di fatto l’intera dimensione di vita.

Nell’ambito della Scuola critica del digitale il CRS organizza un seminario di due giornate che si propone di stimolare una riflessione critica su internet, la rete e i servizi web oggi più diffusi.

Il seminario si svolgerà a Roma, via della Dogana vecchia 5

Le nostre identità digitali sono composte da sentimenti e informazioni sempre più strettamente intrecciati tra loro. Quando condividiamo via web ci sentiamo al contempo più gratificati e più informati. Stiamo lavorando? Siamo sfruttati? Di certo, siamo sempre presenti e al contempo proiettati in un altrove, siamo come anime elettriche in estasi permanente. Perché nella ribalta mediatica dei servizi gratuiti, dove ci esercitiamo nella disciplina della pornografia emotiva, si disegna una diversa unità tra mente e corpo. Ci troviamo in uno spazio continuo di sollecitazioni e senza accorgerci siamo alla mercé di un potere dopante e manipolatorio. Ma la partita è tutta da giocare. Con uno sguardo antiproibizionista facciamo un giro dietro le quinte della società del controllo, alla ricerca di vie di fuga e tattiche di autodifesa. Vogliamo promuovere una presa in carico innanzitutto individuale, quindi collettiva, dei punti deboli che costituiscono i vissuti comportamentali ed emotivi quotidiani. Partire dalle idiosincrasie individuali per costruire conflitto nel senso di dissonanza e diserzione rispetto alla norma data (co-costruita con il sistema di controllo), e per trasformarle in altrettanti punti di forza. Costruire consapevolezza individuale delle proprie e altrui possibilità-difficoltà-automatismi in un contesto condiviso per ribaltare la prospettiva, ampliare gli spazi di autonomia, insegnarci a vivere interazioni mediate con umani e non-umani al di fuori dell’ottica consumista, prestazionale e gerarchica.

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