gruppo Ippolita

Studi e Politiche di Genere – Master Livello 1 Gioco analogico come hacking degli immaginari

11 giugno – “Giochi e videAgiochi” [aula 16]

Per il Modulo tecnologia critica, una prospettiva femminista hacker

Gioco analogico come hacking degli immaginari. Laboratorio online a cura di Marta Palvarini del gruppo Ippolita

È possibile seguire le lezioni anche effettuando l’iscrizione al singolo modulo o iscrivendosi come uditrice.

Tecnologia critica, o anche critica tecnologica: questo modulo si propone di fornire strumenti teorici e pratici per navigare nelle acque turbolente (troubled/troubling) delle tecnologie contemporanee.
A partire dalla tessitura, arte/tecnica intimamente legata alla costruzione del genere femminile nelle culture più disparate, fino ai primi programmi informatici, lavoreremo con le mani – come del resto facevano le prime programmatrici – “in pasta”, ovvero toccando con le dita le infrastrutture materiali di un mondo digitale che non è certo etereo.
Vedremo poi come i codici informatici si legano a quelli giuridici, a cui assomigliano proprio per la natura umana, artificiale, arbitraria e spesso riproduttrice di sistemi di oppressione che li pre-esistono e che tuttavia in essi si legittimano. Questo circuito vizioso si basa, nel caso dell’apprendimento “autonomo” delle macchine, sull’individuazione di pattern (schemi ricorrenti) in maniera alquanto opaca e ci spinge a riflettere, da filosofe più che da ingegnere, sulla natura del concetto di intelligenza e sul rapporto epistemologico dell’umana con la macchina.
In veste di pirate andremo invece a decostruire le tecnologie ri-produttrici di corpi – in particolare quelli delle femmine – e di saperi – in primo luogo negli ambienti di ricerca universitaria – normati da un sistema di oppressione cis-etero-patriarcale, validista, psicofobo, razzista, suprematista bianco, colonialista, estrattivista, specista, neoliberista, et j’en passe. Quali soluzioni punk adottare per sopravvivere?
Ci armeremo anche di tecniche pratiche di autodifesa digitale, addentrandoci nei fediversi alternativi alle reti abituali, esploreremo quel groviglio di software e attivismo politico che ritroviamo in sviluppator/ici di tutto il mondo.
Infine, metteremo in prospettiva critica le conoscenze e le prassi indagate, rispetto ai bisogni energetici delle tecnologie informatiche più comuni, e al complesso sistema di approvvigionamento e trasformazione delle risorse (metalli, terre rare) necessario allo sviluppo tecnologico.
Si parla molto di transizione ecologica, ma possiamo davvero pensare e agire ecologicamente senza rimettere in discussione il privilegio eccezionale della specie umana sul mondo organico e inorganico di cui facciamo pur parte.. senza cercare di fare meglio, con meno?