Recensione di Benedetto Vecchi sul Manifesto del libro a firma Ippolita Etica hacker e anarco-capitalismo, approfondisci su Milieu edizioni

Pratiche libertarie di condivisione e critica al sistema (27.04.2019)

Il gruppo Ippolita è una delle poche esperienze italiane che sa tenere assieme attivismo, riflessione
teorica e una indiscussa competenza tecnica attorno alle macchine informatiche. Sono anni che
produce materiali di «autodifesa digitale» (il che fare per sottrarsi alle forme di controllo dentro e
fuori la Rete), partecipando alle esperienze delle sfaccettate comunità hacker e producendo
riflessione teorica all’interno di una prospettiva libertaria e multidisciplinare.

Per Ippolita l’anarco-capitalismo è un affare serio, da studiare attentamente nelle sue evoluzioni e nelle manifestazione del suo potere sociale e politico, perché contende all’etica hacker l’egemonia culturale nella Rete. Sia ben chiaro, Ippolita è un gruppo libertario. È refrattario cioè al lessico gramsciano o marxiano, ma ha l’indubbia capacità di mettere al lavoro griglie analitiche e teoriche che aiutano a capire le dinamiche della Rete più di molti ponderosi trattati marxisti del capitalismo digitale.
L’antropologia di David Graeber, la filosofia di Gilbert Simondon, Gilles Deleuze e Michel Foucalt fanno sicuramente parte della costellazione teorica di Ippolita, che tuttavia nell’analisi dell’anarco-capitalismo privilegia l’esperienza sul campo, l’internità alle comunità hacker. Su questo crinale emerge l’interesse per la sua riflessione, ma anche differenziazioni che hanno spiegazioni su
quello che è diventata la Rete.

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