Torniamo all’Accademia di Belle Arti da Maurizio Guerri dove avevamo già presentato il nostro Tecnologie del Dominio

per una lezione sul volume Etica Hacker e Anarco-capitalismo appena uscito per l’editore Milieu

Che cos’è l’anarcocapitalismo? Come si relaziona con le tecnologie digitali?
Un vademecum per ricordare che la tecnica non è mai neutra, apre delle possibilità e per questo ci mette sempre di fronte al nostro rapporto con il potere. E al rischio di stabilire un dominio, sugli altri e su di noi.
Questo agile volume raccoglie alcune riflessioni a cui si è dedicato il gruppo Ippolita negli ultimi anni, in parte inedite e in parte uscite in versione ridotta su riviste, blog e quotidiani, rielaborate per questo libro che può servire all’occorrenza come strumento di analisi delle trasformazioni dell’era digitale e al tempo stesso come strumento di sovversione.
Si parte da una analisi sulla storia dei libertariani, per arrivare ad affrontare i temi più attuali: social network, Big Data, motori di ricerca, monete digitali.
Un volume agile e indispensabile per districarsi nel mondo della rete.

Pratiche libertarie di condivisione e critica al sistema (27.04.2019)

Il gruppo Ippolita è una delle poche esperienze italiane che sa tenere assieme attivismo, riflessione
teorica e una indiscussa competenza tecnica attorno alle macchine informatiche. Sono anni che
produce materiali di «autodifesa digitale» (il che fare per sottrarsi alle forme di controllo dentro e
fuori la Rete), partecipando alle esperienze delle sfaccettate comunità hacker e producendo
riflessione teorica all’interno di una prospettiva libertaria e multidisciplinare.

Per Ippolita l’anarco-capitalismo è un affare serio, da studiare attentamente nelle sue evoluzioni e nelle manifestazione del suo potere sociale e politico, perché contende all’etica hacker l’egemonia culturale nella Rete. Sia ben chiaro, Ippolita è un gruppo libertario. È refrattario cioè al lessico gramsciano o marxiano, ma ha l’indubbia capacità di mettere al lavoro griglie analitiche e teoriche che aiutano a capire le dinamiche della Rete più di molti ponderosi trattati marxisti del capitalismo digitale.
L’antropologia di David Graeber, la filosofia di Gilbert Simondon, Gilles Deleuze e Michel Foucalt fanno sicuramente parte della costellazione teorica di Ippolita, che tuttavia nell’analisi dell’anarco-capitalismo privilegia l’esperienza sul campo, l’internità alle comunità hacker. Su questo crinale emerge l’interesse per la sua riflessione, ma anche differenziazioni che hanno spiegazioni su
quello che è diventata la Rete.

Leggi tutto su Il Manifesto

Torniamo all’Accademia di elle Arti da Maurizio Guerri dove avevamo già presentato il nostro Tecnologie del Dominio

per una lezione sul volume Etica Hacker e Anarco-capitalismo appena uscito per l’editore Milieu

Che cos’è l’anarcocapitalismo? Come si relaziona con le tecnologie digitali?
Un vademecum per ricordare che la tecnica non è mai neutra, apre delle possibilità e per questo ci mette sempre di fronte al nostro rapporto con il potere. E al rischio di stabilire un dominio, sugli altri e su di noi.
Questo agile volume raccoglie alcune riflessioni a cui si è dedicato il gruppo Ippolita negli ultimi anni, in parte inedite e in parte uscite in versione ridotta su riviste, blog e quotidiani, rielaborate per questo libro che può servire all’occorrenza come strumento di analisi delle trasformazioni dell’era digitale e al tempo stesso come strumento di sovversione.
Si parte da una analisi sulla storia dei libertariani, per arrivare ad affrontare i temi più attuali: social network, Big Data, motori di ricerca, monete digitali.
Un volume agile e indispensabile per districarsi nel mondo della rete.

Pratiche libertarie di condivisione e critica al sistema (27.04.2019)

Il gruppo Ippolita è una delle poche esperienze italiane che sa tenere assieme attivismo, riflessione
teorica e una indiscussa competenza tecnica attorno alle macchine informatiche. Sono anni che
produce materiali di «autodifesa digitale» (il che fare per sottrarsi alle forme di controllo dentro e
fuori la Rete), partecipando alle esperienze delle sfaccettate comunità hacker e producendo
riflessione teorica all’interno di una prospettiva libertaria e multidisciplinare.

Per Ippolita l’anarco-capitalismo è un affare serio, da studiare attentamente nelle sue evoluzioni e nelle manifestazione del suo potere sociale e politico, perché contende all’etica hacker l’egemonia culturale nella Rete. Sia ben chiaro, Ippolita è un gruppo libertario. È refrattario cioè al lessico gramsciano o marxiano, ma ha l’indubbia capacità di mettere al lavoro griglie analitiche e teoriche che aiutano a capire le dinamiche della Rete più di molti ponderosi trattati marxisti del capitalismo digitale.
L’antropologia di David Graeber, la filosofia di Gilbert Simondon, Gilles Deleuze e Michel Foucalt fanno sicuramente parte della costellazione teorica di Ippolita, che tuttavia nell’analisi dell’anarco-capitalismo privilegia l’esperienza sul campo, l’internità alle comunità hacker. Su questo crinale emerge l’interesse per la sua riflessione, ma anche differenziazioni che hanno spiegazioni su
quello che è diventata la Rete.

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