Ippolita presenta Comunismo Queer

Ippolita presenta Comunismo Queer

La tesi di Comunismo queer è che lo sfruttamento e l’esclusione, all’interno delle società capitalistiche, non hanno solo un carattere universale, ma particolare. Di conseguenza, se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo, dobbiamo fronteggiare ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui trae linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. Nel caso dell’oppressione di genere e sessuale, la sua matrice è l’eterosessualità. Ambire alla sovversione dell’eterosessualità significa lottare contro il capitalismo a partire dalle sue cause, anziché dai suoi effetti più immediati o visibili. In ciò consiste la differenza tra ogni altra forma di anticapitalismo e il comunismo queer.

Federico Zappino (Torino, 1983) è filosofo e attivista, tra gli esponenti più vivaci del pensiero queer in Italia. Ha tradotto in italiano le opere di Eve Kosofsky Sedgwick (Stanze private, 2011) e di Judith Butler (La vita psichica del potere, 2013; Fare e disfare il genere, 2014; L’alleanza dei corpi, 2017). Tra i suoi lavori più recenti si segnalano Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo (cur., 2016), e la traduzione del classico di Monique Wittig, Il pensiero eterosessuale (2019).

Si dice spesso, anche quando non lo si fa esplicitamente, che l’insieme delle istanze, delle rivendicazioni e delle lotte portate avanti dalle minoranze di genere e sessuali potrebbe essere riassunto dal concetto politico di «libertà». Questo perché, effettivamente, vi è un alto numero di stati al mondo in cui alle persone gay e lesbiche sono giuridicamente negati una serie di diritti – in Russia, ad esempio, un libro come questo non potrebbe essere pubblicato, distribuito e discusso, dal momento che sotto il regime di Vladimir Putin la cosiddetta «propaganda dell’omosessualità» è un reato perseguibile1; altri stati in cui non si possono intraprendere percorsi di transizione di genere in modi legali e sicuri; e altri ancora, in costante aumento, in cui le donne non possono interrompere in modi altrettanto legali e sicuri la gravidanza. A tutto ciò, si aggiunga che a prescindere da questo o quell’ordinamento statale, da questo o quell’insieme di diritti, le donne – incluse quelle trans – si sentono assai meno libere, rispetto agli uomini, di passeggiare per la strada di notte, da sole. Nessuna legge ti impedisce di passeggiare di notte da sola, eppure tu non ti senti ugualmente libera di farlo, o di farlo con sicurezza, perché farlo significherebbe esporsi al rischio di subire uno stupro, o altre forme di violenza, inclusa l’uccisione.

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